Le nuove frontiere del Fashion: sfilate digitali e tecnologia wearable

Le nuove frontiere del Fashion: sfilate digitali e tecnologia wearable

Ci sono settori in cui l’innovazione è la quotidianità, in cui la competizione è portata ad un livello così elevato da richiedere soluzioni spesso estreme e sperimentali.

Alcune di esse resteranno esercizi di stile, altre diventeranno parte della nostra normalità.

La Formula 1 è forse l’esempio più eclatante di questo concetto. Forse non molti si ricorderanno dell’esperimento delle 6 ruote della Tyrrel del 1976, ma tutti beneficiano di soluzioni nate per le gare e poi introdotte sulle auto di serie. Parliamo ad esempio dei sistemi di recupero dell’energia in frenata o quelli di sicurezza come ABS, ESP e i serbatoi a prova di schiacciamento.

Ma questa contaminazione riguarda moltissimi settori, basti pensare alla telemetria utilizzata negli ospedali o alla suola traspirante, ispirata al disegno del radiatore di una Mc Laren.

Proprio quest’ultimo esempio ci riporta ad un altro settore in cui l’innovazione guida molte delle scelte di prodotto: il fashion design.

Da diversi anni la tecnologia è diventata parte integrante del mondo della moda, facendo evolvere i processi di vendita, la scelta dei materiali o la lotta alla contraffazione. Fino a diventare parte integrante del prodotto stesso grazie al concetto di Digital Fashion. Nelle prossime righe andremo ad approfondire le evoluzioni digitali, in un settore che ogni anno fattura oltre 1700 Miliardi di dollari.

Sfilate di moda e tecniche di vendita nell’era digitale

Da poche settimane si è conclusa la prima edizione della Milano Digital Fashion Week, una versione in streaming della famosa settimana dedicata alla moda, in cui media, buyer e appassionati del settore hanno potuto assistere a distanza alle sfilate, rispettando le regole del distanziamento sociale imposte dal COVID-19. Sembra che il risultato sia stato notevolmente superiore alle aspettative e che possa essere riproposto in futuro in modo stabile.cataloghi abbigliamento fashion online

Ma se in questo caso il digitale ha fornito una soluzione ad un problema improvviso, in altri casi è evidente come stia portando lentamente ad una profonda trasformazione dei processi di alcune importanti aziende. Ci riferiamo in particolare all’impatto che sta avendo la vendita online rispetto alla diffusione dei negozi fisici. Nomi importanti come Zara o Armani, stanno stringendo accordi per spostare online una fetta importante delle proprie vendite al pubblico.

Il fondatore di Alibaba, uno dei maggiori mercati online di abbigliamento, ha iniziato da alcuni anni ad acquistare centri commerciali fisici per portare avanti la sua idea di trasformazione del settore. Unire il mondo offline, ancora molto radicato in Cina, a quello online. Un’esperienza unica, in cui il primo permette al cliente di provare fisicamente un capo di abbigliamento, che viene poi spedito direttamente a casa come un acquisto fatto sul web. Trasformando cosi il negozio fisico in una vetrina di quello digitale.

Un’altra soluzione, che punta ad avvicinare allo shopping online i clienti che necessitano di provare un capo prima dell’acquisto, è quella proposta dalla startup Naiz fit. Tramite un selfie caricato dal cliente, un software calcola la giusta taglia da ordinare online.

Smart Clothes: la tecnologia plasma i vestiti del futuro

Abbiamo visto come il digitale stia modificando le modalità di presentazione e vendita dei prodotti fashion, ma in alcuni casi la tecnologia sta arrivando a fondersi con il prodotto stesso. Parliamo degli Smart Clothes, un settore che è passato dall’essere terreno di conquista di piccole startup, al rappresentare intere divisioni di importanti aziende. Vediamo alcuni esempi.

Samsung

Da alcuni anni ha creato l’area chiamata The Human Fit, nata insieme al brand Rogatis. Il primo prodotto frutto di questa collaborazione è un completo da uomo, che permette di sbloccare il proprio smartphone, scambiare biglietti da visita digitali e interagire con dispositivi elettronici con un semplice contatto tra i sensori a forma di bottone sulla manica e i propri devices.

Wearable X

Questa startup con sede a Sydney ha brevettato i pantaloni Nadi X, dedicati agli appassionati di yoga. Grazie a una speciale tecnologia sono in grado di produrre vibrazioni localizzate quando si assumono posizioni errate durante gli esercizi. I sensori sono poi connessi con un’app che presenta tutorial e classi di yoga, in modo da permettere di migliorare la propria tecnica.

Ambiotex

Questa azienda tedesca ha presentato una maglietta studiata per monitorare e registrare le informazioni riguardo al battito cardiaco e ad altre attività biologiche degli atleti durante le loro performance. I sensori sono perfettamente integrati nel tessuto e inviano dati ad un’app grazie ad un piccolo dispositivo applicato sulla maglia

Sensoria

Sempre in ambito sportivo, l’azienda Sensoria ha sviluppato un nuovo tipo di calza da corsa, che grazie ai sensori a pressione applicati sulla pianta del piede, raccoglie informazioni riguardo al passo, allo stile di corsa, al tempo impiegato e alla distanza. Questi dati vengono poi elaborati da un’app che funziona come un coach digitale e aiuta a capire come migliorare la propria postura di corsa.

Abiti digitali: una provocazione o la risposta ad un’esigenza della società?

Finora abbiamo visto esempi in cui la tecnologia è stata applicata per “aumentare” l’esperienza di utilizzo in prodotti di abbigliamento esistenti.

Ma se il digitale diventasse esso stesso un prodotto? Vediamo come questo sta accadendo.

Da diversi anni Louis Vuitton ha strizzato l’occhio al mercato dei Videogames. Pensiamo che sia stata una visione lungimirante, abbiamo infatti parlato in un precedente articolo di quanto stiano crescendo i numeri del mercato delle skin personalizzate per i personaggi online.

E’ nata cosi la partnership tra il celebre marchio di alta moda e Leagues of Legends. Accanto a prodotti fisici creati seguendo lo stile del videogioco, il direttore creativo Nicolas Ghesquière ha firmato una serie di skins digitali per i personaggi del gioco di Riot Games. Per alcuni potrebbe sembrare un’operazione di marketing ben orchestrata, per altri la comprensione di come per una fetta importante di consumatori, il proprio avatar sia ormai un’estensione digitale del proprio modo di essere e l’attenzione al proprio aspetto nel mondo virtuale sia in alcuni casi superiore a quella dedicata a quella nel mondo fisico.

Seguendo questo percorso logico, incontriamo una compagnia di nome Carlings, che propone un’intera collezione di abbigliamento digitale. Vediamo come funziona. Basta scattare un selfie, scegliere un prodotto digitale dal catalogo dell’azienda, adattare la taglia alla propria fotografia e poi condividerla sui social.

Per molti potrà sembrare qualcosa di estremamente eccentrico. Ma pensiamo a quale mole di denaro sia oggi legata all’influencer marketing tramite i social. In questo modo i follower di una celebrità digitale potranno vestirsi, anche se solo virtualmente e per il momento di condivisione di un post, nello stesso identico modo e senza mai muoversi da casa. Quest’azienda sembra aver compreso prima di altre quanto lo spirito di emulazione stia influenzando le scelte di mercato del pubblico.

Aggiungiamo ora alla ricetta il concetto di limited edition, un altro ingrediente molto frequente negli ultimi anni, ottenendo il prodotto presentato dalla casa di moda The Fabricant. Richard Ma, il CEO della società Quantstamp di San Francisco ha speso ben $9500 per acquistare a sua moglie un abito interamente digitale unico al mondo, perfettamente adattabile all’immagine digitale della donna e che potesse essere condiviso tramite i social media.

In un’epoca in cui spesso la nostra immagine online è vista dal resto del mondo per più tempo di quanto lo sia la nostra immagine fisica, ipotizziamo che esperimenti come questo diventeranno sempre più numerosi.

Altra finalità è quella seguita dal CEO di Tommy Hilfiger Global, Daniel Grieder, che ha dichiarato che dal 2022 la presentazione delle proprie collezioni sarà interamente digitale, tramite un’innovativa piattaforma 3D. Questo permetterà all’azienda di ridurre drasticamente i costi per la produzione e la presentazione dei campioni da inserire a catalogo, il tempo di realizzazione delle nuove collezioni e la sostenibilità ambientale dell’intero processo. A detta dell’azienda nessuno potrà notare la differenza rispetto al catalogo attuale.

Quelli che abbiamo appena presentato, costituiscono in alcuni casi innovazioni estreme, come citavamo all’inizio dell’articolo, di cui probabilmente solo una parte entrerà nella nostra quotidianità. Ma allo stesso tempo sono segnali importanti di come il mondo del digitale e quello del fashion si stiano avvicinando e sperimentando.

Il Digital Fashion di Bitmonds: il punto di contatto tra fisico e digitale

In questo contesto si inserisce l’aspetto indossabilità del progetto Bitmonds. Un digital collectible interattivo che, attraverso lo spessore infinitesimo di uno schermo, diventa l’ideale punto di contatto tra il mondo fisico e quello digitale.digital fashion indossabili Bitmonds

Come abbiamo descritto nel seguente articolo, la digitalizzazione permette di sconfiggere definitivamente uno dei problemi principali del mondo della moda: la contraffazione.

Un digital collectible non potrà mai essere falsificato, perchè il suo utilizzo è legato a portali e app che semplicemente non riconoscerebbero un fake. Un’immagine di un Bitmonds indossata su uno smartwatch verrebbe facilmente e velocemente smascherata, perchè non sarebbe interattiva e non potrebbe dare accesso alle funzionalità del prodotto originale.

Quante persone al mondo sarebbero in grado di identificare un orologio falso in pochi secondi? Pensiamo che il digitale andrà nel tempo a ridefinire totalmente il concetto di “valore” di un bene.

Indossare un Bitmonds permette di personalizzare e arricchire il proprio outfit con un accessorio digitale in limited edition, certificato dalla registrazione sulla Blockchain dei suoi dati (number ID, caratteristiche grafiche e di purezza).

Scegliere il Bitmonds da indossare ogni giorno, per mostrare al mondo una propria passione o il mood della giornata, diventa oggi normale come scegliere una cravatta, un paio di scarpe, una borsetta o semplicemente la cover del proprio smartphone.

Con il vantaggio di avere un accessorio davvero esclusivo. Non potranno infatti mai esistere al mondo due Bitmonds caratterizzati dalle stesse caratteristiche grafiche e di purezza.

Si raccolgono in un unico prodotto tutte le caratteristiche che rappresentano il concetto di “valore” nel mondo del fashion: esclusività, autenticità, innovazione, personalizzazione. Con l’elemento aggiuntivo che non potrà essere rovinato da un bicchiere di vino caduto per sbaglio, essere dimenticato sul tavolo del ristorante o rubato.

Così tante qualità in un unico prodotto. Se come noi credi che questo sia il futuro, contribuisci a diffondere l’informazione su questo settore condividendo questo articolo!

 

Fonti

Euromonitor Market Research: https://blog.euromonitor.com/global-apparel-footwear-valued-us-1-7-trillion-2017-millions-of-used-clothing-disposed-every-year/
Vogue: https://www.vogue.it/moda/article/milano-fashion-week-digitale-luglio-2020
The Guardian: https://www.theguardian.com/business/2020/jun/10/zara-owner-to-close-up-to-1200-fashion-stores-around-the-world
Fashion Network: https://ww.fashionnetwork.com/news/Armani-and-ynap-unveil-distribution-model-for-the-future-,1233124.html
Forbes: https://www.forbes.com/sites/jonbird1/2018/11/18/alibabas-new-retail-revolution-what-is-it-and-is-it-genuinely-new/
The Korea Herald: http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20150910001220
Esquire: https://www.esquire.com/it/stile/moda-uomo/a29768512/louis-vuitton-league-of-legends-2019/
Vogue Business: https://www.voguebusiness.com/technology/tommy-hilfiger-pvh-corp-3d-design-digital-clothing-innovation-sustainability